Pascima = retro, posteriore, ovest; Pashim = occidente
Uttana = allungamento; Ut = intenso; Tan = stiramento
Paschimottasana = che sale verso ponente, risale la via posteriore
Asana = Posizione
Paschimottanasana = Inteso allungamento dell'occidente, Pinza.
È un estremo allungamento della parte posteriore del corpo(dai talloni alla testa), nessun organo della cavità addominale sfugge all’azione stimolante di quest’asana.
Secondo il Gheranda samhita, trentadue posizioni sono state riconosciute utili per il genere umano in questo mondo, tra queste c’è paschimottanasana: la pinza.
Paschimottasana viene anche menzionata nello Hatha yoga pradipika:
28. Avendo steso le gambe al suolo, dritte come bastoni, bisogna afferrare con le mani le dita dei piedi e appoggiare la fronte sulle ginocchia: restare in questa posizione è pashchimatana.
29. Questa importante asana fa circolare la corrente vitale lungo il dorso(nella sushumna nadi), risveglia il fuoco gastrico, riduce il ventre e dà salute.
FASE DINAMICA:
A) Partendo da Dandasana(seduto con le gambe allungate, i piedi a martello, la schiena dritta e le braccia lungo i fianchi), inspirando alzate lateralmente le braccia, allungate il busto verso l’alto e sollevate il diaframma. Espirando, flettetevi in avanti iniziando dalle anche e afferrate gli alluci con l’indice e il pollice. Comprimete l’addome sulle gambe tese e facendo trazione con le braccia, portate la testa verso le ginocchia. Non forzate, ma non perdete l’occasione di allungarvi verso i piedi. Per uscire: inspirando sollevate le braccia ed espirando le abbassate lateralmente. Fate attenzione a che nella fase dinamica le braccia siano aderenti alle orecchie.
B) È inoltre possibile entrare in Paschimottasana partendo dalla posizione del bastone(disteso). In tal caso, cominciate col distendervi sulla schiena con le braccia lungo fianchi. Inspira e solleva le braccia frontalmente oltre la testa ponendoti nella posizione del bastone su indicata. Espirando portale verticali e da questo momento non distogliere lo sguardo dalle mani, le quali continueranno a descrivere un semicerchio fino a raggiungere le cosce. Nel momento in cui le mani toccano le cosce, esalerò tutta l’aria, la testa e le spalle saranno sollevate, lo sguardo seguirà le dita ma la schiena resterà aderente al suolo. A questo punto le mani scivolano sulle cosce fino a raggiungere i piedi, operazione che va effettuata a polmoni vuoti. Dei piedi afferreremo preferibilmente gli alluci facendo presa con indice e pollice. Il tronco passa così dalla posizione distesa a quella verticale e poi ancora si inclina in avanti. Mentre le mani proseguono lentamente verso i piedi, la testa scende verso le ginocchia fino a toccarle con la fronte, poi si allungherà il più possibile verso le caviglie. È essenziale allungare e rilassare vertebra per vertebra tutta la colonna vertebrale. Per uscire: espirando faccio scorrere le mani dai piedi verso il bacino, finché il tronco si troverà nuovamente disteso, per mezzo di un movimento che porrà le vertebre a terra una dopo l’altra. Inspirando poggio la testa e le spalle al pavimento, e sollevo le braccia frontalmente fino a portarle ai lati delle orecchie; a quel punto le abbasso lungo i fianchi.
FASE STATICA:
In posizione allungate tutta la parte superiore del corpo verso i piedi, in modo che la testa superi le ginocchia; aiutatevi piegando i gomiti, rientrando l’ombellico verso la colonna vertebrale e facendo trazione con le braccia e i muscoli dorsali. I talloni sono spinti in avanti in modo che i polpacci siano ben allungati, i piedi a martello, le rotule contratte, l’incavo delle ginocchia aderente al pavimento. Contraete i muscoli anteriori delle cosce e l’ileopsoas. Cercate la compressione dell’addome, equilibrate la distensione delle cosce e la trazione delle braccia in modo che entrambe favoriscano il rilassamento e l’allungamento della schiena, ponete l’attenzione sulla regione sacro-coccigea o al calore che si genera nella zona genitale. Lasciate che il respiro trovi da se la sua sede, approfittate di ogni inspirazione per sentirvi e assestarvi, e di ogni espirazione per abbandonare eventuali tensioni e soprattutto per rilassare la schiena.
In paschimottasana l’allungamento principale avviene, come indica il nome stesso della posizione, nella parte inferiore della schiena(sacro-coccigea), ma c’è anche un allungamento dei tendini dietro le ginocchia (cavo popliteo). Le numerose tensioni accumulate dietro le ginocchia, sono il risultato di una contrazione mentale dovuta al timore di pericoli e difficoltà legate al sociale. Il rilascio della tensione accumulata nel cavo popliteo può aiutare, in maniera indiretta a superare questo senso di insicurezza.
Paschimottasana tonifica la parte inferiore della colonna vertebrale e in questo senso si integra con Halasana la quale agisce principalmente sulla parte superiore.
Rinforza le giunture vertebrali e stira i legamenti della spina dorsale.
Distende i muscoli posteriori delle cosce, i muscoli della schiena, la nuca e aumenta la flessibilità nelle articolazioni dell’anca.
Tonifica i muscoli addominali, quelli delle braccia, l’apparato genitale, l’apparato digerente, l’area pelvica.
Aumenta la circolazione nell’area pelvica, tonificando gli organi pelvici, i reni e la vescica.
Attiva il fegato, regolarizza il funzionamento del pancreas e stimola l’apparato digerente.
Distende piedi e gambe affaticate, lenisce i dolori alla schiena e i disturbi allo stomaco, previene la sciatica e le vene varicose, allevia l’artrite delle spalle e dei gomiti.
Massaggia il cuore e lo tiene a riposo, normalizza la pressione sanguigna e il battito cardiaco.
Secondo i testi tradizionali Paschimottanasana stimola l'appetito, riduce l'obesità e cura le malattie.
Eseguita nel periodo mestruale aumenta il flusso, perciò è preferibile evitarla in caso di mestruazioni abbondanti. Le donne incinte dovrebbero tenere le gambe sufficientemente divaricate in modo da evitare la compressione addominale. Le persone che soffrono di sciatica o di ernia del disco non dovrebbero praticare Paschimottasana. È inoltre sconsigliata in caso di asma, bronchite o diarrea.
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